lunedì 9 maggio 2016

La pianta del tè

Voglio dedicare il mio primo post ad una canzone di Ivano Fossati. La mia recensione che segue in coda al testo della canzone è stata ripresa da un mio vecchio blog...tutto ciò, non per risparmiare tempo e fatica, ma perché penso che questo possa essere un buon inizio per cominciare questo nuovo viaggio.


Come cambia le cose
la luce della luna
come cambia i colori qui
la luce della luna
come ci rende solitari e ci tocca
come ci impastano la bocca
queste piste di polvere
per vent'anni o per cento
e come cambia poco una sola voce
nel coro del vento
ci si inginocchia su questo
sagrato immenso
dell'altipiano barocco d'oriente
per orizzonte stelle basse
per orizzonte stelle basse
oppure niente.

E non è rosa che cerchiamo non è rosa
e non è rosa o denaro, non è rosa
e non è amore o fortuna
non è amore
che la fortuna è appesa al cielo
e non è amore

Chi si guarda nel cuore
sa bene quello che vuole
e prende quello che c'è

Ha ben piccole foglie
ha ben piccole foglie
ha ben piccole foglie
la pianta del tè.

Brano introspettivo e di largo respiro. 
La canzone di Fossati, idealizzando il cammino percorso secoli e secoli fa da popolazioni nomadi, che dall'India si spostarono via terra verso l'Europa fino alle rive del Mediterraneo e da lì diramandosi verso il Medio Oriente e l'Africa, ci parla di un popolo diverso dal nostro ma impregnato di umanità errante.
Le nostre sofferenze e la nostra esistenza acquistano significato dinanzi a quel "sagrato immenso".
Ci ritroviamo così a rivisitare il nostro passato, a ricollocare il presente e a desiderare un futuro che non potrà deluderci, se sapremo raggiungere la consapevolezza di noi stessi. 
Se attraverseremo la vita abbandonando le zavorre che ci soffocano il respiro, se ci libereremo di tutte le apparenze ingannevoli, potremo dire di non avere percorso inutilmente il nostro viaggio...saremo giunti ad un passo verso casa.
Stiamo cercando noi stessi, per quanto piccoli noi siamo, stiamo perseguendo i nostri piccoli sogni...vogliamo gioire delle nostre piccole, immense emozioni ("ha ben piccole foglie la pianta del tè").


2 commenti:

  1. Una sogno ed una speranza di leggerezza, volgendo il pensiero a qualcosa che assomigli quasi alla delicatezza e alla fragilità di un petalo di rosa, in questo nostro peregrinare a volte consapevole, altre sospinto da necessità, paure e desideri.
    Succede che il viaggio, proprio nel punto in cui si crede di essere arrivati, ci faccia sentire lontani da noi stessi, ad un passo si trova la riva do approdare, ma il nostro animo ha combattuto ed è pieno di corazze, teme quasi la gioia, così come nell'Odissea, contraria gli Dei mentre un forte vento lo riporta lontano, lontano da casa, simbolicamente da se stesso.
    pensiero pessimistico vero Ulisse? Mentre tu inciti alla positività, si tratta di un'interpretazione soggettiva, di chi come me si sente molto persa in alto mare.

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  2. Tranquilla...amica mia...sono quasi certo che nessuno sia in grado di garantire a se stesso felicità e/o serenità duratura; sono troppe le componenti che contribuiscono a tal fine: la salute, i sentimenti, i figli, il lavoro, l'equilibrio interiore rispetto all'età, ecc.
    Non temere, penso tu abbia gli strumenti per affrontare e superare al meglio ogni avversità. Per ciò che riguarda il tuo momentaneo "pensiero pessimistico"..detto fra noi, non potrei immaginare nessuno che meglio di te potrebbe gioire delle piccole/immense cose della vita.

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